Il tempo, lo spazio, l'eternità e l'immortalità
- Martinus
1. Che cosa si intende per tempo?
Per l'uomo che cerca
la verità assoluta della vita o la soluzione del mistero stesso della vita, è molto importante
anche inoltrarsi nell'analisi del tempo, dello spazio e dell'eternità, dato che con la
conoscenza di questa analisi l'immortalità dell'essere vivente diventa un fatto teoretico.
Perciò qui esamineremo un po' quest'analisi.
Che cosa s'intende in realtà per tempo? - Il concetto di "tempo" è
l'espressione tecnica più alta di "movimento" della vita. Il movimento ed il tempo
sono dunque la stessa cosa. Dove non c'è movimento, non c'è tempo, e dove non c'è tempo, non c'è
neanche movimento. Il tempo ed il movimento non possono dunque essere separati, appunto perché
costituiscono la stessa realtà. Poiché il movimento è una funzione e una funzione è qualcosa che
viene creato, un movimento è dunque una realtà creata. Ma siccome ogni realtà creata o fenomeno
creato non può esistere senza essere identico al tempo, il tempo è quindi anch´esso una realtà o
un fenomeno creato. Ma il tempo non può essere percepito direttamente coi sensi fisici.
Costituisce dunque un qualcosa di invisibile degli oggetti o dei movimenti creati visibili. Il
tempo è dunque un qualcosa, che non si può sperimentare direttamente coi sensi fisici. Si può
dunque soltanto percepirlo indirettamente attraverso la parte degli oggetti creati o dei
movimenti, che è visibile per i sensi fisici. Con i sensi fisici possiamo sperimentare il tempo
soltanto tramite l´esistenza degli oggetti creati, dal loro inizio fino alla loro fine. Essi
sono soggetti a inizio e fine. Nessun oggetto creato è eterno. Il tempo viene marcato dunque da
due punti o linee di confine, cioè origine e cessazione. Fra queste due linee di confine è stato
creato un intervallo che non è o non può essere fisico. Ma non potendo essere fisico, può
soltanto essere psichico o spirituale. È questa realtà psichica o spirituale assolutamente
ineliminabile, che chiamiamo "tempo".
2. Il tempo come espressione del mondo spirituale
Il
suddetto intervallo, tra l´origine d´un oggetto e la sua cessazione, lo chiamiamo la sua
"durata della vita" o "età". Questa età o durata della vita costituisce
dunque uno "spazio". Ma questo spazio non è uno spazio fisico e perciò può solamente
costituire uno spazio psichico o spirituale. Dato che tutti noi a causa del nostro corpo fisico
abbiamo un´età, significa che tutti noi viviamo non solo in uno spazio fisico, ma anche in uno
spazio psichico o spirituale. Siccome nessuna realtà o nessun oggetto creato puó esistere senza
avere un´età, che dunque è uguale a uno "spazio del tempo", nessuna realtà o oggetto
creato può esistere nel mondo fisico senza essere circondato da questo spazio del tempo, ossia
senza essere circondato da uno spazio spirituale. Questo a sua volta significa, che tutti gli
abitanti esistenti sul piano d´esistenza fisico sono non solo abitanti del mondo fisico, ma
altrettanto realisticamente sono abitanti anche del mondo spirituale. Qui, sotto forma di tempo,
incontriamo dunque come un primo fatto inamovibile il mondo spirituale, negato da tanti uomini
materialisti. Ma questo mondo spirituale invisibile, che appare sotto forma di tempo, è
completamente pieno di "oggetti creati", percepibili dai sensi. Sono questi oggetti
creati che insieme costituiscono quello che conosciamo come il piano d´esistenza fisico. Tutti i
dettagli qui, dai pianeti, ai soli, alle vie lattee ai dettagli mezzocosmici e microcosmici,
agli organismi degli esseri viventi ecc., non esistono soltanto nel mondo fisico, ma si trovano
anche nel mondo spirituale, che si cela sotto il concetto di "tempo". Il tempo
costituisce dunque il nostro primo incontro realistico con il mondo spirituale.
3. Quello che chiamiamo "spazio"
Che cosa sono
allora tutti gli innumerevoli oggetti creati, la cui esistenza o durata della vita sono
identiche al tempo ? - Poiché tutte queste realtà o oggetti creati costituiscono una forma di
spazio materiale, rappresentano dunque quello che noi in linguaggio corrente chiamiamo
"spazio". Ma che cosa si intende in assoluto per spazio ? - Lo spazio è identico agli
oggetti creati. Non c'è assolutamente nessun oggetto creato che non costituisca uno spazio, come
non c'è uno spazio che non costituisca un oggetto creato. Ma che cos'è allora un oggetto creato
? - Un oggetto creato è un'organizzazione logica della materia, il che vuol dire, che deve esser
funzionale. Tutti i fenomeni creati nella natura, come l'aria, l'acqua, i continenti, gli
oceani, i soli, i pianeti e le vie lattee costituiscono spazio, nonché tutti quanti gli oggetti
creati che sono condizione vitale per l'esistenza degli esseri viventi sul piano d'esistenza
fisico, anch'essi sono spazio.
4. Lo scopo o l'intenzione riguardo agli oggetti
creati
Gli oggetti creati non possono aver creato se stessi. Si rivelano essere
soltanto delle composizioni materiali. Ma dato che la materia nell'analisi più profonda, è
soltanto movimento combinato in forme variabili, essa non può assolutamente essere l´origine di
oggetti creati o costruiti logicamente. Gli oggetti creati logici rivelano l'intelligenza. Però
un movimento non può esser l´origine dell´intelligenza. La creazione logica mostra, che
l´oggetto creato deve adempire ad una funzione. Ma il fatto che deve adempire ad una funzione,
rivela dunque un desiderio. In certi oggetti creati la funzione o scopo si rivela essere quella
di manifestare maledizione, distruzione, persecuzione, morte e rovina, mentre lo scopo di altri
oggetti si dimostra essere la manifestazione della gioia e della benedizione. Questo significa a
sua volta, che gli oggetti creati possono essere destinati a manifestare tanto l'odio quanto
l'amore. Ma l'odio e l'amore sono sentimenti, e un movimento non può assolutamente avere
sentimenti. Non può né odiare né amare. Vediamo qui una rivelazione del fatto che dietro gli
oggetti creati, che in se stessi sono soltanto delle combinazioni di movimento, c'è desiderio,
sentimento, intelligenza, dunque il desiderio di creare l'odio o l'amore.
5. Il punto fisso dell'universo
Ma il desiderio, il
sentimento e l'intelligenza, o l'odio e l'amore possono soltanto esistere come facoltà di un
essere vivente. Ma chi o che cosa è questo essere vivente? Non può assolutamente essere la
materia, perché essa consiste come abbiamo visto in combinazioni di movimenti di diversa natura.
E non si è mai visto, che un movimento, un soffio di vento, il movimento di un treno o di una
macchina possano avere desideri, intelligenza o capacità di odiare ed amare. Qui arriviamo
dunque necessariamente a una causa invisibile dei menzionati desideri, di quel sentimento e di
quell´intelligenza, di quell´odio o di quell´amore che si manifestano attraverso la materia o
gli oggetti creati. Arriviamo a un "Qualcosa", che ha coscienza e facoltà creativa.
Questo "Qualcosa" è dunque la causa degli oggetti creati. Poiché è la causa degli
oggetti creati, in se stesso non può assolutamente essere un oggetto creato. Ma siccome non è
creato non costituisce cosa che è costruita o combinata. Ma non essendo costruita o combinata,
non può essere né decomposta né sciolta. Perciò non può avere né inizio né fine. Perciò qui
vediamo che è eterna, si, è l´"eternità" stessa. Ma poiché l'eternità dunque è un
"Qualcosa", che non è movimento, non è materia, non è creato e perciò non ha inizio nè
fine, può esistere soltanto come l'unico punto assolutamente fisso che esiste
nell'universo.
6. L'eternità identica a un "Qualcosa"
vivente
L'eternità è dunque identica a un "Qualcosa", che costituisce
l'opposto assoluto di tutto quello che siamo in grado di percepire o di osservare come universo
visibile, che in se stesso è costituito solo da combinazioni di vari tipi di movimento, i quali
a loro volta sono la stessa cosa degli "oggetti creati". Qui siamo arrivati dunque a
una realtà inamovibile nell'analisi dell'universo o nella soluzione del mistero della vita, cioè
il "punto fisso" ed il "movimento". Il movimento si dimostra costituito dai
processi della creazione. Il risultato di essi, cioè gli oggetti creati si rivelano essere il
risultato del desiderio, del sentimento e dell´intelligenza. Siccome questi fenomeni possono
esistere solo come qualità d´un essere vivente, quel "Qualcosa" che denominiamo
"eternità" appare qui come un "essere vivente", tanto più che non esiste
assolutamente niente al di là della materia, dei tipi di movimento e della creazione
nell'universo.
7. L'universo costituisce un essere vivente
L'eternità è dunque qualcosa d'altro e molto di più del concetto di tempo
infinito. Costituisce dunque un "punto fisso", che si dimostra essere la causa di
tutti i movimenti e con ciò di ogni forma di creazione nonché il risultato di questa creazione.
L'eternità o il "punto fisso" dell'universo si dimostra dunque essere un
"Qualcosa di divino", che ha coscienza, ed in virtù di essa promuove desideri,
sentimento, intelligenza ecc. tramite la facoltà creativa, e con essa può anche sperimentare gli
effetti di questo suo processo di creazione e di manifestazione. Vediamo dunque qui, che
l'universo adempie esattamente alle tre condizioni necessarie perché un "Qualcosa"
possa presentarsi come "essere vivente". Questo essere vivente costituisce dunque un
"eterno Qualcosa" che può sperimentare e creare, ed è lo stesso dell'"Io"
dell´essere vivente. Come menzionato questo "Qualcosa" o "Io" ha una facoltà
creativa. Questa facoltà creativa è identica in parte alla parte eterna dell'Io, che costituisce
la sua supercoscienza, ed in parte alla sua creata facoltà di percezione e di creazione, che
costituiscono la subcoscienza dell'essere. Di questa fa parte fra l'altro il corpo fisico degli
esseri. Questo corpo e gli altri organi subcoscienziali fanno parte del "creato",
mentre la percezione e la creazione appartengono alla facoltà creativa. Nelle mie analisi
cosmiche nel Livets Bog (il Libro della Vita) ho definito l'analisi fondamentale dell'universo
come un principio trino, che più dettagliatamente viene denominato "X1",
"X2" ed "X3", che sono respettivamente l'Io", la "facoltà
creativa" ed il "creato". L'indivisibilità ed il supporto reciproco di questi tre
principi costituiscono dunque l'"essere vivente". Se esaminiamo l'analisi
dell'universo: l'eternità, il tempo e lo spazio, otteniamo esattamente la stessa analisi.
L'"eternità" è l'"Io" o "X1" dell'universo. Poiché il tempo si è
dimostrato essere un lato psichico o spirituale di ogni oggetto creato esistente e questo lato
spirituale è "movimento" ed il movimento a sua volta causa trasformazione, che a sua
volta è identica a "creazione", la qualità del tempo è dunque un fattore che
contribuisce alla facoltà creativa dell'essere vivente. È questa partecipazione della qualità
del tempo nel processo della creazione che fa sí che nessuna creazione possa assolutamente aver
luogo senza essere anche la creazione del "tempo". Tutta la creazione del
"tempo" avviene come ogni altra forma di creazione in virtù del principio
"X2". Così il "tempo" diventa un prodotto della creazione ed è sottoposto al
principio "X3". - Qui mediante il nostro esame dell'eternità, del tempo e dello spazio
siamo dunque arrivati alla grande analisi dell'universo: il principio trino, che è la stessa
cosa di "essere vivente".
8. Gli esseri viventi e la Divinità
Adesso siamo
arrivati così lontano nel nostro esame dell'universo che abbiamo visto, che costituisce un
essere vivente eternamente esistente. Ma allora come stanno le cose riguardo a noi stessi come
esseri viventi ? Si, adesso, dopo che abbiamo visto l´analisi fondamentale dell´universo, non è
difficile scoprire la nostra situazione in questo universo. Abbiamo visto che l´universo
consiste in tre realtà eterne, che fanno sì che appaia come un essere vivente. Ha un
"Qualcosa di vivente" elevato al di sopra di tutti i fenomeni creati ed è
inaccessibile alla percezione diretta. Poiché questo "Qualcosa" non è creato, può
soltanto avere un´unica analisi, ovvero è "Qualcosa che è", la quale tranne che per
questa denominazione è di per sé indescrivibile. Perciò l'abbiamo denominato "X1".
Abbiamo visto che questo"Qualcosa" ha una facoltá creativa, ugualmente indescrivibile,
dato che neanch'essa è creata e quindi è eterna. Perciò l'abbiamo denominata "X2". Poi
seguono i risultati eternamente variabili delle creazioni manifestate mediante la facoltà
creativa dell'Io. Questo principio coi risultati variabili della facoltà creativa è naturalmente
altrettanto indescrivibile, siccome neanch´esso ha inizio nè fine, ma è invece una realtà
eterna. Perciò, come è stato già detto, abbiamo chiamato questo principio "X3", ma
siccome anche l'universo consiste in esseri viventi tanto nel micro- e macrocosmo quanto nel
mezzocosmo, questi esseri debbono dunque costituire ciò che rende l'universo un essere vivente.
Tutti gli esseri viventi esistenti costituiscono ognuno lo stesso principio trino, cioè un Io,
una facoltà creativa ed i risultati eternamente variabili di questa facoltà creativa, che a
turno costituiscono l'"X1", l'"X2" ed l'"X3". Tutti gli esseri
viventi esistenti formano insieme un´unità inseparabile. È questa unità che chiamiamo
l'"universo". L´universo a sua volta costituisce, come abbiamo già menzionato, un
organismo eterno onniabbracciante che lavora. L'Io o "X1" in questo organismo consiste
nell'Io o "X1" di tutti gli esseri viventi esistenti insieme. Nello stesso modo la
facoltà creativa di questo Io gigantesco composto da tutti gli Io, è composta da tutte le
facoltà creative o "X2" insieme. Ed ugualmente i risultati delle facoltà creative o
"X3" degli esseri viventi costituiscono insieme l´"X3" di questo essere
gigantesco, che è la stessa cosa dell'universo percepibile dai sensi. Il fatto che le tre
"X" di tutti gli esseri viventi esistenti insieme possano costituire il "Qualcosa
che è" o le tre "X" del menzionato essere gigantesco o della Divinità, dipende
appunto dal fatto che tutti gli esseri esistenti sono dunque un´unità che collabora
organicamente. Questa unità che collabora, sotto forma dell'universo, è la rivelazione fisica e
psichica della Divinità essendo l'eterno Padre e l'eterna causa di tutti gli esseri viventi
esistenti. Tutti gli esseri viventi esistenti esistono dunque quali strumenti di percezione e di
creazione della Divinità. Senza questi organi di percezione nessuna Divinità e senza la Divinità
nessun organo di percezione e cosí nemmeno alcun essere vivente. Così la Divinità e gli esseri
viventi sono un'unità inseparabile.
9. L'immortalità
Poiché gli Io di tutti gli esserei
viventi esistenti insieme costituiscono l'Io di Dio, gli esseri viventi non possono
assolutamente morire, cessare d'esistere o perire. Non è possibile nel modo più assoluto che
abbiano avuto un inizio e non potranno mai avere una fine o morire. La mortalità a cui gli
organismi fisici degli esseri sono soggetti, è soltanto un qualcosa che esiste, o succede nella
materia. Non tocca l'Io o la supercoscienza dell'essere. La morte significa soltanto che
l'essere viene liberato da un organismo difettoso o più o meno inutilizzabile. L'essere può
dunque scambiare corpi o organismi appunto perché ha un Io eterno ed una supercoscienza
altrettanto eterna. È questo cambio dei corpi o degli organismi fisici che denominiamo
"reincarnazione" o "metempsicosi". Il nostro Io non solo è immortale, ma ha
anche la facoltà di cambiare organismi e corpi, quando sono invecchiati e consumati. Poi in
virtù di certi fenomeni possono incarnarsi in organismi o corpi nuovi e sani, e così possono
disporre dell'eterna esperienza della vita. - Il tempo, lo spazio e l'eternità sono quindi nella
loro analisi cosmica la rivelazione della nostra immortalità o esistenza eterna come esseri
viventi nell'unico vero Dio in assoluto, nel quale noi tutti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo.
Articolo scritto da Martinus nella rivista Kosmos del 1962.
©
Istituto Martinus 1981